Gabriela Mistral

Published : 18/04/2018 16:22:04
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Nata a Vicuña (Cile) nel 1889, la maestra di scuola Lucila Godoy Alcayaga, conosciuta con lo pseudonimo di Gabriela Mistral, sarebbe diventata una delle figure più rilevanti della letteratura universale. Vincitrice del Premio Nobel nel 1945, la sua vita, il suo pensiero politico e la sua opera continuano ad essere oggetto di studio e di controversie.

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Gabriela Mistral, poetessa Premio Nobel 

Gabriela Mistral è stata una delle maggiori poetesse della letteratura cilena e ispanoamericana, è considerata uno dei principali riferimenti della poesia femminile universale e grazie alla sua opera, nel 1945 è stata la prima autrice latinoamericana ad ottenere il Premio Nobel.

Nata il 7 aprile del 1889 a Vicuña, città del Nord del Cile situata nella calda Valle del Elqui, “fra trenta cerros” come lei stessa amava definire, Lucila de María Godoy Alcayaga proveniva da una famiglia di origini modeste. Fondamentale nella sua vita fu l’influenza di sua sorella, grazie alla quale prese la decisione di dedicarsi all’insegnamento promuovendo il pensiero pedagogico basato sullo sviluppo e la protezione dei bambini. La sua precoce carriera di insegnante ebbe inizio all’età di quindici anni e dopo diversi anni di attività, il suo arrivo alla Escuela Normal de La Serena venne ostacolata da alcuni conservatori locali che definirono “pagane” e “socialiste” alcune sue poesie. Nel 1910 decise di trasferirsi a Santiago, dove conseguì il titolo di Precettrice. Da qual momento in poi avrebbe svolto la sua attività di insegnante in varie città del Paese, giungendo fino a Temuco, dove conobbe Neftalí Reyes Basoalto (Pablo Neruda).

Il suo lavoro di docente proseguì parallelamente allo sviluppo della sua produzione poetica, e finalmente iniziarono anche le prime recensioni positive sulla stampa nazionale, dove vennero pubblicate le sue prime poesie, fra le quali “El perdón de una víctima”, “La muerte del poeta”, “Las lágrimas de la huérfana”, “Amor imposible” y “Horas sombrías”. Nel giugno del 1922 venne invitata in Messico dal Ministro dell’Istruzione, il poeta José Vasconcelos, per collaborare alla riforma dell’istruzione e alla creazione di biblioteche popolari nel Paese. Nello stesso anno venne pubblicato a New York “Desolación”, opera che conferì a Gabriela Mistral riconoscimento e prestigio internazionalmente. A quest’opera seguiranno la pubblicazione di “Lecturas para Mujeres” e “Ternura”.

Nella decade degli anni Trenta, Gabriela Mistral tenne numerose conferenze e lezioni negli Stati Uniti, Europa e Centro America. Nel 1932 iniziò la sua carriera consolare a Genova che venne, però, interrotta nel momento in cui si dichiarò apertamente antifascista. Nel 1938 il suo ritorno in America Latina venne celebrato con la pubblicazione in Argentina del suo “Tala”, periodo in cui nacque la sua profonda amicizia con la scrittrice ed editrice Victoria Ocampo.

Negli Anni Quaranta alcuni eventi tragici sconvolsero la sua vita personale. Nel 1942, durante la sua permanenza in Brasile, nella città di Petrópolis, il suo amico Stefan Zweig e la sposa, entrambi ebrei, si suicidarono dopo essere fuggiti dalle persecuzioni naziste. Un anno dopo, nel 1943, sopraggiunse un dolore ancora più forte quando il nipote Juan Miguel, una sorta di figlio adottivo, si tolse la vita.

Nel 1945 giunse finalmente il Premio Nobel per la Letteratura e solo alcuni anni dopo, nel 1951, le verrà conferito il Premio Nacional de Literatura in Cile. Nel 1954 verrà pubblicato “Lagar”, primo libro di tutta la sua produzione ad essere comparso prima in Cile che negli altri paesi.

Il 10 gennaio del 1957, dopo una lunga sofferenza causata da un cancro al pancreas, Gabriela Mistral morì a New York. Successivamente alla sua dipartita vennero pubblicate varie raccolte delle sue poesie, prose, canti e preghiere, quali “Motivos de San Francisco”, “Poema de Chile” e “Lagar II”. Attualmente nella Biblioteca Nazionale del Cile sono conservati cinquecentosessantatre suoi testi fra cui epistole, manoscritti, fotografie e documenti privati.

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Gabriela Mistral e i suoi rapporti con il mondo intellettuale e politico cileno

Il teso rapporto fra la poetessa e le autorità politiche cilene fu uno dei motivi principali che la spinsero ad abbandonare il Paese nel 1922.

Approfittando dell’invito da parte del Ministro e poeta José Vasconcelos, Gabriela Mistral partì per il Messico nel giugno del 1922 per partecipare alla riforma scolastica e alla creazione di una rete di biblioteche pubbliche per integrare le comunità rurali di questo Paese. A partire da quel momento, la poetessa divenne un’importante e influente figura internazionale, partecipando a seminari educativi e missioni diplomatiche sia in Europa che in America. Oltre al Messico, visse in Brasile, Stati Uniti, Italia e Portogallo, mentre le sue opere venivano tradotte in diverse lingue.

Nonostante le restrizioni della sua epoca che relegavano la donna ad occupare unicamente spazi privati, la Mistral riuscì a ottenere importanti mansioni al di fuori del suo Paese: venne nominata Consigliera del Instituto Internacional de Cooperación Intelectual nel 1920, Console nel 1932 (incarico mai ottenuto, fino a quel momento, da una donna cilena) e membro onorario della Sociedad Panamericana del Brasile nel 1937.

Secondo numerosi studiosi, la Mistral lasciò il Cile a causa della repulsione sentita nei confronti del mondo letterario e politico, soprattutto di destra, del suo Paese. Ne è una prova il fatto che ci sarebbe voluto il Premio Nobel per farle ottenere, sei anni dopo, il Premio Nacional de Literatura. Inoltre, di tutti i suoi libri, solo “Lagar” venne pubblicato prima in Cile che in un Paese straniero. Decisivi furono anche i conflitti con i professori del Liceo de Niñas Teresa Prats de Sarratea di Santiago, che si opposero alla sua nomina di Direttrice sottolineando che la Mistral non fosse in possesso del titolo di professoressa e insinuando che avrebbe ottenuto questo incarico solo grazie alla sua amicizia con l’allora Ministro degli Interni Padro Aguirre Cerda.

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La morte di Gabriela Mistral

Nonostante il cancro al pancreas le fosse stato diagnosticato praticamente alla fine della sua vita, Gabriela Mistral iniziò a presentire il sopraggiungere della sua morte già alcuni anni prima.

La sua amica e collaboratrice Doris Dana descrisse la morte di Gabriela Mistral, avvenuta il 9 gennaio del 1957, come una “perdita di conoscenza con il sorriso”, nonostante la sua lenta agonia fosse stata particolarmente dolorosa.

L’addio al pubblico da parte della poetessa è avvenuto nel 1954, nel corso di una manifestazione in omaggio al Cile organizzata a New York dalla Asociación Panamericana de Mujeres, quando concluse il suo intervento sostenendo: «En un país sin nombre voy a morir» (morirò in un paese senza nome). Verso la fine del 1956 la Mistral fu ricoverata in un ospedale di New York in cui le venne diagnosticato il cancro al pancreas in fase terminale. Nel mese di novembre dello stesso anno scriverà nel suo testamento di voler morire nel suo “amato paesino di Montegrande”, dove visse dai tre ai nove anni e stabilì che tutti i ricavi ottenuti dalla vendita dei suoi libri sarebbero andati in favore dei bambini poveri dell’America Latina. Il 2 gennaio del 1957 Gabriel Mistral venne ricoverata definitivamente nell’ospedale di Hempstead a New York, dove pochi giorni dopo sarebbe morta, senza poter realizzare il suo desiderio di morire in terra cilena. Il suo corpo venne trasferito a Santiago, dove furono proclamati tre giorni di lutto nazionale.

“Con la morte di Gabriela Mistral non solo il Cile ma tutto il mondo culturale, soprattutto quello latinoamericano, ha perso uno dei suoi giganti” (José A. Mora, Segretario generale dell’ONU).

 

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