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Lettera zero 3

978-88-96583-90-6

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Lettera zero 3

a cura di Vito Santoro

124 pagine, isbn 978-88-96583-90-6

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14,00 € tasse incl.

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«La prima lezione me l’ha data una tenda», diceva Pier Paolo Pasolini a Gennariello nelle Lettere luterane. «Tutti noi abbiamo nella mente un’immagine, che è la prima, o tra le prime, della nostra vita. Quell’immagine è un segno e, per l’esattezza, un segno linguistico. Dunque, se è un segno linguistico, comunica o esprime qualcosa».

È appunto questa l’impronta che abbiamo voluto dare a questo numero monografico dedicato al Poeta delle Ceneri. Si parte con il ricordo di Domenico Notarangelo dei giorni passati a Matera con Pasolini in occasione delle riprese del Vangelo secondo Matteo. Angela Felice analizza l’apporto pasoliniano alla formazione di allievi delle campagne friulane, in una interessante “pedagogia dello scandalo”. E appunto Pedagogia fu il primo intervento di Andrea Zanzotto su Pasolini: ne scrive Pasquale Voza. Al mito di Casarsa è dedicato il saggio di Roberto Chiesi, che segue la parabola del paese materno nell’immaginario e nella produzione poetica pasoliniana. Paolo Lago ci offre una interessante ricostruzione delle ascendenze di Dreyer nell’estetica filmica del nostro, mentre Stefano Casi mette in luce il rapporto di reciproca esclusione tra cinema e teatro. L’ultima tappa di questo itinerario è una ricognizione della presenza di Proust nell’opera in versi e in prosa di Pasolini: le corrispondenze tematiche e formali non impediscono a Walter Siti, autore del saggio, di riconoscere una distanza tra i due e concludere che il Proust di Pasolini sia «un Proust che non ha scritto la Recherche».