«Il passato non è mai morto. Non è nemmeno passato» leggiamo in Requiem per una monaca di Faulkner (che, insieme a Conrad, a Chandler, a Greene e al Flaubert di Bouvard e Pécuchet è uno dei numi tutelari di Luis Gusmán). Walenski, ex sollevatore di pesi, ex controfigura ed ex generico in film d’azione, è un uomo di mezza età tormentato dai ricordi che adesso lavora in un club nautico. Un elegante avvocato gli offre un’occasione di riscatto. E così Walenski va alla ricerca del carismatico, sfuggente e canagliesco Smith, un suo amico di gioventù che si è messo nei guai. Pare infatti che Smith abbia avuto un ruolo nella morte di Salerno, un importante industriale. L’indagine di Walenski si trasforma ben presto in un doloroso viaggio nel passato.

Con Tennessee (pubblicato nel 2020, ma la prima edizione, più lunga, risale al 1997) Gusmán (1944) ci regala un libro conciso e misterioso, pieno di zone d’ombra, popolato di antieroi indimenticabili.

Di Gusmán è stato già pubblicato l’anno scorso, in questa collana, Il gemello (1973), un’opera fondamentale dell’avanguardia letteraria argentina della seconda metà del Novecento.