Finzioni di Jorge Luis Borges

Published : 03/04/2018 08:51:58
Categories : Libri

Finzioni di Jorge Luis Borges

Pubblicato per la prima volta nel 1944 da Sur, ma contenente racconti scritti e rimaneggiati negli anni precedenti (dal 1939), cui poi se ne aggiunsero altri tre, successivi, nell’edizione definitiva del 1974 di Emecé, Finzioni è forse il libro più popolare di Jorge Luis Borges, tanto per il peso che le storie narratevi hanno avuto sulla letteratura e sull’immaginario posteriori, quanto per il regime letterario che impone, in linea con tutta la produzione dello scrittore argentino, fin dal titolo. D’altronde, un autore per cui la letteratura è essenzialmente fantastica non può essere meglio descritto, sinteticamente, da altra parola che non sia “finzioni”: una dichiarazione di rigetto del frustrante realismo che si imprime nella parte maggiormente visibile del libro più conosciuto di Borges (il fatto che il titolo stampato sulla copertina della raccolta probabilmente non sia stato scelto da Borges è una faccenda secondaria).

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Il giardino dei sentieri che si biforcano e Artifici: i temi delle Finzioni

Costituita da due parti, Il giardino dei sentieri che si biforcano (già pubblicata nel 1942 da Sur) e Artifici, questa raccolta di memorabili narrazioni ci riporta alla riflessione su temi e concetti intimamente connessi con l’opera borgesiana: la memoria, per esempio, tema portante di Funes, l’uomo della  memoria; l’apocrifo, elemento cardine di Pierre Menard, autore del Don Chisciotte, Tre versioni di Giuda, e Tlön, Uqbar, Orbis Tertius; il libro, che dà vita a La biblioteca di Babele e, ancora, a Tlön, Uqbar, Orbis Tertius; il sogno, ragione intima del racconto Le rovine circolari; l’eredità del poliziesco, cui si conforma Il giardino dei sentieri che si biforcano; e le ragioni dell’apostasia, su cui si basano Il tema del traditore e dell’eroe e Tre versioni di Giuda. E, su tutti, i labirinti: coniugati in termini di spazio, di tempo, di struttura narrativa, di mondo intrapsichico nei personaggi, in Finzioni vi sono soprattutto labirinti, quelli in cui ogni lettore ha il diritto di perdersi, in quel gioco tra saggistica e narrativa, citazioni veridiche o meno, reale e fantastico, che tanto ci affascina, e che affascinandoci ci angoscia.

Le Finzioni di Borges: un luogo di angoscia e riflessione

Come infatti sostiene uno dei lettori più attenti di Borges, Alan Pauls, nel suo libro intitolato Il fattore Borges: “Libri come Finzioni […] pongono l’accento sugli aspetti più colti, meno «vitali», della letteratura: la riflessione, la speculazione, le prodezze tecniche o retoriche, la perfezione dello stile, l’erudizione… Figura di investigatori ridotte a puro ragionamento, biblioteche infinite, labirinti, paradossi filosofici” (trad. it. di Maria Nicola, Sur, Roma, 2016, p. 32). Tutti elementi che, se da una parte ci innalzano fin sulle più alte sfere di un umanesimo ironico e gratificante, dall’altra ci precipitano in un caos a forma di labirinto che ha i toni dell’incubo.

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