Nella poetica di Delfina Muschietti, si avverte, soprattutto in Amnesia, una voce spezzata e frammentata, fattore dovuto non soltanto alla natura stessa della sua scrittura – un poetico flusso di coscienza in questo caso – e all’argomento centrale di questa sua ultima opera, l’amnesia di un fatto che deve riuscire a trasformare in memoria – ma anche alla sua appartenenza a due lingue, lo spagnolo e l’italiano, elemento che crea un dialogo della voce in entrambi gli idiomi. L’autrice, difatti, argentina di nascita ma discendente di una famiglia del Nord Italia la cui origine risale al XVI secolo, propende spesso verso il mondo culturale italiano in un processo di recupero della memoria infantile e famigliare.